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Libri Cristiani


IL PAESE CHE AMO DI PIÙ


di Oswald J. Smith






Capitolo 1: Il paese che amo di più







1. Un paese meraviglioso

1.a Ma esiste questa Patria migliore?

2. Una città meravigliosa

3. Dov'è il cielo?

4. Che pensare dei nostri defunti?

4.a Sono essi coscienti, oppure no?

4.b Potremo riconoscerli quando ci uniremo a loro?

5. La città di Dio



1. Un paese meraviglioso

Negli anni passati ho visitato tante nazioni e tanti paesi; per essere esatti, sono stato in 53 nazioni.
Alcune mi sono molto piaciute, altre non troppo; in alcune sono stato solo una volta, in altre sono tornato più e più volte.
Ve ne sono, poi, alcune che esercitano su me una attrazione particolare: in esse mi sono trovato proprio a mio agio, e desidero ardentemente tornarci.
Il Canadà, per esempio, è proprio una di queste; è la mia Patria.

Vi sono dei paesi, come quelli del Nord America, in cui è possibile trovare i climi ed i panorami più desiderabili; in essi c’è tutto quello che l’uomo può desiderare di bello e di buono. Quanti europei vorrebbero stabilirsi in questi paesi dove sanno di trovare ogni genere di libertà!

Vi sono, dunque, dei paesi desiderabili, ma deve ammettersi che sulla terra non esiste un paese dove non ci si stanca mai di restare.

Anche nel migliore dei paesi, anche in quello che noi preferiamo a tutti gli altri, vengono commessi troppi peccati, troppi delitti, troppe brutture; dappertutto le leggi vengono violate; dappertutto si trovano degli ubriaconi è gente piena d’egoismo.

Guerre, sangue, malattie e morti, sono cose che ci rendono quasi odiosa la terra e ci fanno sentire come stranieri e pellegrini, diretti ad un luogo e ad una Patria migliore.

1.a Ma esiste questa Patria migliore?

Certo! Ed è proprio di essa che vorrei parlarti.


Vorrei parlarti di un Paese meraviglioso dove non ci sono lacrime e dolori; dove non esistono malattie, sofferenze e morte.

Un Paese libero da ogni pericolo di guerra o di stragi.

Un Paese dove nessuno è troppo ricco o troppo povero; dove nessuno è triste, nessuno soffre, nessuno invecchia; dove non si conosce la parola “Addio” perché i suoi cittadini sono eternamente uniti in un dolce vincolo d’amore.

Qui non esiste il peccato; mai ti troverai davanti ad un cimitero o ad un corteo funebre, perché non esiste la morte.
Sulle porte delle case o indosso alle persone non vedrai mai i tristi segni del “lutto”. Le vesti dei felici abitanti di questa Terra saranno sempre candide e splendenti.

So che in questo Luogo nulla si corrompe, nulla si guasta. I fiori non perdono mai la loro freschezza e la loro fragranza.

In esso non ci sono vulcani con le loro terribili eruzioni, non tempeste o uragani, non terremoti disastrosi.

I germi patogeni, le febbri misteriose, le micidiali pestilenze non conoscono affatto quelle rive luminose.

Non è necessario che sorga il sole per illuminare quella Terra felice: c’è una Luce splendente che non viene mai meno; là non esiste la notte.

In questo Paese nessuno si abbandona al vino o alle bevande alcooliche; nessuno si dà all’immoralità o al vizio: donne ed uomini vivono nella più grande purezza. Prigioni, tribunali, riformatori non deturpano la bellezza di questo Luogo.

Non esistono libri o immagini licenziose.

Alle porte e alle finestre non vi sono lucchetti o inferriate poiché non ci si deve difendere dai ladri, che non esistono. Ognuno ha la propria casetta; non si conoscono tasse o affitti da pagare.

È tutto così bello, ma debbo aggiungere anche che uomini e donne sono liberi, assolutamente liberi dalle brutte deformazioni e menomazioni fisiche che rendono la vita insopportabile anche in mezzo agli agi.

In questo Paese non ci sono dunque storpi, zoppi, ciechi, sordi o muti: tutti sono sani e forti.

Tutti hanno quanto loro necessita e quindi non troverai mai le strade infestate da mendicanti.

Ospizi, sanatori antitubercolari, ospedali psichiatrici, sono tutte cose sconosciute come sono sconosciuti i termini “cancro, lebbra, tubercolosi, idropisia, ecc.”.

È un Paese dove medici e medicine non servirebbero a nulla.

Mi sembra ora di udire la tua domanda: «Ma come potete conoscere questo Paese così meraviglioso? Lo avete forse visto proprio con i vostri occhi?».

No! Non ho avuto ancora il privilegio di recarmi nel Paese da me descritto, ma lo ha visto "una Persona" che vi è vissuta per tanto tempo e me ne ha parlato moltissimo, descrivendolo in un modo perfetto.

Egli ora è tornato là, perché qui non poteva stare: sentiva troppa nostalgia per il Suo Paese. Mi ha promesso, però, che tornerà ed io farò assieme a Lui il meraviglioso viaggio.

Dal giorno in cui Egli me ne ha parlato ho sempre desiderato ardentemente divenire cittadino di quella Terra felice; essa sarà un giorno la mia Patria, dalla quale non vorrò mai più allontanarmi.

Ho già nelle mani il diritto di cittadinanza.

Non riesco a comprendere come mai non tutti sospirino di andare in un Luogo tanto meraviglioso; eppure tutti ne hanno udito parlare e molti sono persuasissimi della sua bellezza.

Purtroppo questa è la verità; molti preferiscono il loro paese attuale; preferiscono starsene in mezzo ai peccati, anche se sanno che son proprio questi che causano loro tutte le sofferenze e i dolori di cui si lamentano.

Ho tentato di parlare ad essi, ma si sono messi a ridere; sembra che non mi credano e non si lasciano convincere a prepararsi per venire con me, quando partirò assieme alla Persona che mi ha descritto le meraviglie di quella Terra.

Un giorno il numero dei fortunati che saranno ammessi sarà al completo e per gli altri non ci sarà più posto.

Sento una pena immensa per questi miei fratelli che si mostrano tanto ciechi e stolti.

2. Una città meravigliosa

Nel Paese da me descritto c’è una città incantevole.


Questa è più grande di qualsiasi città che io abbia mal visto.

È larga 2.400 chilometri e, cosa meravigliosa, è altrettanto lunga ed alta. Essa copre una superficie grande quanto tutta l’Europa e parte dell’Africa ed è così alta che, se si dovesse dividere in piani, uno sopra l’altro, se ne potrebbero ricavare comodi appartamenti per tutti gli uomini di tutte le generazioni della terra.

Le mura che circondano questa città sono di diaspro purissimo e raggiungono l’altezza di 70 metri. Essa è fondata su dodici colonne che prendono il nome dei dodici apostoli e sono tutte ornate di pietre preziosissime. È davvero una città meravigliosa!

La luce che splende in essa è come quella che emana dal diaspro purissimo.

Si entra in questa città attraverso dodici porte, custodite ciascuna da un angelo. Esse prendono il nome delle dodici tribù d’Israele e sono tre per ogni lato.
Ogni porta è costituita da una grande perla preziosa. La città è tutta d’oro purissimo ed è attraversata da un viale anch’esso d’oro purissimo e terso come cristallo, che va per chilometri e chilometri.

Oltre al bellissimo viale luminoso, in questa città scorre un fiume incantevole che parte dal trono del Re, che è al centro della città, e va in tutte le direzioni. La sua acqua pura non viene contaminata dalla minima impurità.

Un albero meraviglioso cresce sulle rive di questo fiume e dà vita e salute ai felici abitanti di quella città.

Al centro di essa sorge il palazzo del Re. Questo è tutto splendente di luce ed il Trono reale è circondato da un magnifico arcobaleno.

Ai piedi del Trono vi sono ventiquattro seggi e su ciascuno di essi è un “santo vegliardo”, vestito di bianco ed avente sul capo una corona d’oro.

Si accede al Trono camminando su di un pavimento di cristallo limpidissimo.

Quattro “esseri” magnifici sono a guardia del Trono e cantano continuamente le lodi del Re, davanti al Quale s’inginocchiano in profonda adorazione.

Vorrei descrivere tutti i loro atti, ma non mi è possibile: le parole umane non riuscirebbero mai a dare la più pallida idea del loro devoto comportamento.

Gesù chiamò questa città «la nuova Gerusalemme», «la Città santa», in qualche altra circostanza «la Casa del Padre mio». Espressione bellissima e piena di un senso di nostalgia.

Ricorderai che Davide parlò di questa città, chiamandola
«Casa dell'Eterno». Gesù disse anche che in questa “Casa del Padre Suo” ci sono molte stanze; è quindi una vera casa, una casa bellissima e comoda.

Chi volesse leggere la perfetta descrizione di questa città meravigliosa dovrebbe andare agli ultimi capitoli della Bibbia.

In essi ci viene detto anche “chi” avrà il privilegio d’entrare in questa città: «Niente d’immondo e nessuno che commetta abominazioni o falsità v’entreranno; ma quelli soltanto che sono scritti nel libro della vita dell’Agnello» (Apoc. 21:27).

Tutti gl’increduli, gli operatori d’iniquità saranno tenuti lontano da quelle mura benedette.

3. Dov'è il cielo?

Dove si trova il Cielo, cioè questa magnifica Città?

Ce lo dice la Bibbia, e precisamente Isaia 65:17; 66:22; 2ª Pietro 3:7, 12, 13.

In questi passi ci viene detto che un giorno la terra in cui abitiamo e tutto ciò che la circonda verranno distrutti come una volta, però non più con un diluvio, ma con il fuoco divoratore.

Leggiamo alcune delle predizioni che si riferiscono a quanto abbiamo accennato:

«I cieli d’adesso e la terra ... son custoditi, essendo riservati al fuoco ... i cieli infuocati si dissolveranno e gli elementi infiammati si struggeranno. Ma, secondo la Sua promessa noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra» (2ª Pt. 3:7, 12, 13).

«Ecco, io creo dei nuovi cieli e una nuova terra; non ci si ricorderà più delle cose di prima; esse non torneranno più in memoria» (Is. 65:17).

«I nuovi cieli e la nuova terra ch’Io sto per creare sussisteranno stabili dinanzi a Me, dice l’Eterno» (Is. 66:22).

«Vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il primo cielo e la prima terra erano passati, e il mare non era più» (Apoc. 21:1).

Dunque, ecco ciò che sappiamo di questa nuova terra:

1. Non ci saranno più mari.

Il mare separa i continenti. Nella nuova terra gli abitanti non vivranno più separati gli uni dagli altri; i grandi oceani non li divideranno più.

2. Vi regnerà la più assoluta giustizia.

La Scrittura si esprime cosi: «Aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia» (2ª Pt. 3:13).

Nel mondo in cui viviamo c’è poca giustizia, ma nella Terra che il Signore ci sta preparando vi sarà perfetta giustizia.

Quale gioia pensare che finalmente il peccato perderà il suo dominio sugli uomini e regnerà incontrastata la più assoluta giustizia!

È in questa nuova Terra che si trova la meravigliosa città da me descritta.

Ecco le parole della Bibbia: «Ed io, Giovanni, vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scendere giù dal cielo d’appresso a Dio, pronta come sposa adorna per il suo sposo. E udii una gran voce dal trono, che diceva: Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini; ed Egli abiterà con loro, ed essi saranno Suoi popoli, e Dio stesso sarà con loro e sarà loro Dio» (Apoc. 21:2,3).

Il Re stesso di questa città abiterà in mezzo al Suo popolo: «Ed essi vedranno la Sua faccia e avranno dl fronte il Suo Nome» (Apoc. 22:4).

Il Signore Gesù Cristo sarà lì; sarà in mezzo ai Suoi, ma quanto sarà diverso da quel Gesù che visse sulla terra!

Nulla potrei aggiungere alle parole con le quali Giovanni ce lo descrive.

«Vestito - dice egli - di una veste lunga fino ai piedi, e cinto d’una cintura d’oro all’altezza del petto. E il Suo capo e i Suoi capelli erano bianchi come candida lana, come neve; e i Suoi occhi erano come una fiamma di fuoco; e i Suoi piedi eran simili come a terso rame, arroventato in una fornace; e la Sua voce era come la voce di molte acque. Ed egli teneva nella Sua man destra sette stelle; e dalla Sua bocca usciva una spada a due tagli, acuta, e il Suo volto era come il sole quando splende nella sua forza» (Apoc. 1:13-16).

«Non temere!», Egli gridò con voce trionfante. «Io sono il primo e l’ultimo, e il Vivente; e fui morto, ma ecco son vivente per i secoli dei secoli» (Apoc. 1:17, 18).

Quale magnifica vittoria!

Ecco, caro amico, che cos’è il Cielo. È questa la Città di Dio; la Città di cui ti ho parlato.

Non senti il desiderio di andare in questa meravigliosa Città?

Ricordati, però, che essa è un «luogo preparato per un popolo preparato».

«Beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore», dichiara la Parola di Dio, «essendo che, dice lo Spirito Santo - si riposano dalle loro fatiche» (Apoc. 14:13).

Per godere il riposo promesso e la felicità riservataci, dobbiamo prima «morire nel Signore».

Se non morrai nel Signore, il Cielo non sarà per te.

Per poter «morire nel Signore» è necessario prima «vivere nel Signore», cioè possederLo nel cuore; è necessario accettarLo come personale Salvatore.

Se sei nel Signore e vivi in Lui, oggi, un giorno certamente «morrai nel Signore» e andrai con Lui in Cielo.

Devi essere Suo, qui sulla terra, per essere Suo su nel Cielo. Là vivrai con Lui, in eterno, nella Città meravigliosa che ti ho descritto.

4. Che pensare dei nostri defunti?

Vorrei sapere come vivono quelli che già ci hanno lasciato e sono nella Patria beata, cioè in Cielo.

Che fanno? Che vedono? Che sanno di noi? Possono ricordarci? Li riconosceremo quando ci riuniremo a loro?

Penso alla piccola Hazel, una mia sorellina di appena dieci anni, che ci lasciò per andare in Cielo.
Anche tu, forse, pensi a qualche persona cara: al papà o alla mamma; ad un fratello, o una sorella; ad una persona che era tanto vicina al tuo cuore e che ora è morta.

Tu vorresti sapere qualche cosa di preciso sulla loro condizione attuale, non è vero?

Non possiamo conoscere più di quanto dice di loro la Parola di Dio. Solo la Scrittura può dirci il vero: tutto il resto non sarebbe che sciocca speculazione della mente umana.

La scienza non può dirci nulla; i “medium”, emissari di Satana, potrebbero solo trarci in inganno.

Il popolo di Dio deve rivolgersi a Lui,
«alla Sua legge e alla Sua testimonianza», altrimenti «non vi sarà per lui alcuna aurora» (Is. 8:20).

4.a Sono essi coscienti, oppure no?

«Siam circondati da sì gran nuvolo di testimoni» (Ebr. 12:1), dice Paolo.

Chi sono questi? Perché nel capitolo 11 vengono presentati come gli eroi della fede?

Non sono certamente esseri addormentati; sono degli esseri coscienti.

Abramo, Samuele Mosè, i martiri di cui parla l’Apocalisse, sono tutti vivi e coscienti.

«Io sono l’Iddio di Abramo e l’Iddio d’Isacco e l’Iddio di Giacobbe», dice Gesù in Matteo 22:32.

Egli naturalmente è l’Iddio degli esseri viventi; di gente che è viva e sa di esserlo.

«Beati (felici) i morti» (Apoc. 14:13).

Come potrebbero essere beati o felici se non fossero viventi e consci del loro stato?

«Ho il desiderio di partire e d’esser con Cristo, perché è cosa di gran lunga migliore». Così si esprime Paolo in Filippesi 1:23.

Che valore avrebbero le sue parole se i morti non fossero in uno stato in cui possono rendersi conto dl quanto li riguarda?

Come potrebbero sentirsi felici di stare con Cristo, se non fossero nella possibilità di apprezzare il loro meraviglioso privilegio?

È vivente Cristo?
Sai benissimo che Egli vive ed è alla destra del Padre Suo; sai benissimo che Egli siede sul Suo Trono di gloria ed intercede per noi.

Ora i nostri cari sono con Cristo e possono godere la Sua vicinanza che costituisce tutta la loro felicità.

Ecco perché è molto meglio “partire” e andare con Cristo, come dice Paolo.

Chi sarebbe tanto stolto da preferire la morte alla vita, il Cielo alla terra, se vi si dovesse vivere in uno stato d’eterna incoscienza? Sarebbe molto meglio restare quaggiù e servire qui il Signore.

Ma Paolo, che parla per divina ispirazione, ci dice che è meglio
«partire per andare con Cristo».

No, amico, i nostri cari vivono e godono della loro sorte beata.

«Affinché dove son Io, siate anche voi», disse Gesù agli Apostoli. «Voglio che dove son Io, siano meco anche quelli che Tu Mi hai dato» (Giov. 17:24), disse poi nella Sua preghiera al Padre.
E ad uno dei discepoli:
«Dove Io vado, non puoi per ora seguirmi; ma Mi seguirai più tardi» (Giov. 13:36).

Promessa davvero preziosa!
I nostri cari che sono morti in Cristo hanno seguito il Signore; essi sono con Lui e si rendono perfettamente conto della loro sorte beata, della loro eterna felicità.

È questo pensiero che spingeva l’apostolo verso quel Luogo beato.

Anche noi, come Paolo, dovremmo desiderare ardentemente di “partire” da questo mondo di miseria e di peccato,
per andare con Cristo.

«Oggi tu sarai meco in Paradiso», disse Gesù al ladrone che moriva alla Sua destra (Luca 23:43).

Quale divina promessa!

Quel giorno, poche ore, forse, solo pochi minuti dopo, il ladrone pentito sarebbe stato con Cristo, in Paradiso.

Che avrebbe fatto lì? Sarebbe andato in quel Luogo per dormire per sempre?
No! Sarebbe andato con Cristo; Lo avrebbe visto continuamente; sarebbe stato felice con Lui per tutta l’eternità.
Le parole non potrebbero essere più chiare; ogni aggiunta o commento non farebbe che oscurare il testo sacro.

Dovremmo dire con Paolo: «Abbiamo molto più caro di partire dal corpo e d’abitare col Signore» (2ª Corinzi 5:8)

È proprio così, dunque: la persona cara che ricordiamo e che per tanti anni fu presente nel corpo e assente dal suo Signore, ora è andata a stare con Lui.

Il suo corpo, il tempio o abitacolo terreno, la casa nella quale era vissuta su questa terra, è là, fredda ed inerte.

Quando visiti la sua tomba, non devi dire: «Essa è qui», non sarebbe esatto: li è solo la sua dimora esteriore, il suo abitacolo, ciò che di lei conoscevi, mentre la parte migliore, il suo spirito immortale, è ora in Paradiso e vive una vita gloriosa vicino al Signore; essa è in un mondo nuovo; è forte, sana, felice; è col Signore che tanto ha amato mentre era su questa terra.

I nostri cari defunti sono vivi e felici: perché dunque piangere, come quelli che non hanno speranza?

4.b Potremo riconoscerli quando ci uniremo a loro?

Davide, parlando del suo bambino morto, diceva: «Io me ne andrò a lui» (2° Sam. 12:23).

Non indicano queste parole che Davide avrebbe riconosciuto il suo bambino, anche in mezzo a tanti e tanti altri? Non significano che egli lo avrebbe incontrato e riconosciuto in Cielo?


Se Davide, che aveva visto il piccino solo per pochi giorni, dichiara che lo avrebbe riconosciuto, come si può pensare che non riconosceremo i nostri cari con i quali siamo vissuti per tanto tempo?

I tre discepoli di Gesù che si trovarono sul Monte della Trasfigurazione, riconobbero subito Mosè ed Ella, sebbene non li avessero mai visti prima di allora.

Saul riconobbe subito Samuele, quando Dio permise a questi di ritornare in vita.

Maria riconobbe Gesù, dopo la Sua gloriosa resurrezione, e, come lei, Lo riconobbero anche i Suoi discepoli.

Stefano vide e riconobbe Gesù nella Sua gloria.

Anche noi, dunque, riconosceremo i nostri cari, quando ci ricongiungeremo con loro.

Nelle pagine del Vecchio Testamento troviamo più e più volte la bella espressione: «E fu riunito al suo popolo».

Che significa tale espressione?

Certamente, che Isacco, Giacobbe e gli altri, morendo, si riunirono ai loro antenati, ai membri della loro famiglia che li avevano preceduti.

Giacobbe disse che
sarebbe andato al suo figliuolo.

Perché, dunque, disperarti, caro amico? I nostri cari non sono scomparsi per sempre. Potrai rivederli.

Quegli occhi che ti hanno fissato spesso con tanta tenerezza torneranno a mirarti; quella voce cara tornerà a risuonare alle tue orecchie.

Quelli con i quali camminavi per le vie di questo mondo, cammineranno un giorno con te, per le vie del Cielo.

L’amore non muore mai; il vero amore è eterno.

Ancora un poco, e la cortina che li toglie alla tua vista verrà rimossa ed essi saranno felici di darti il loro benvenuto nella casa del Padre.

5. La città di Dio

«E udii una gran voce dai trono, che diceva: Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini; ed Egli abiterà con loro, ed essi saranno suoi popoli, e Dio stesso sarà con loro e sarà loro Dio; e asciugherà ogni lacrima dagli occhi loro, e la morte non sarà più; né ci saran più cordoglio, né grido, né dolore, poiché le cose di prima sono passate» (Apocalisse 21:3,4).

«E non ci sarà più alcuna cosa maledetta; e in essa sarà il trono di Dio e dell’Agnello; i suoi servitori gli serviranno, ed essi vedranno la sua faccia e avranno in fronte il suo nome. E non ci sarà più notte; ed essi non avranno bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché li illuminerà il Signore Iddio, ed essi regneranno nei secoli dei secoli» (Apocalisse 22:3-5).

«Non avranno più fame e non avranno più sete, non li colpirà più il sole né alcuna arsura; perché l’Agnello che è in mezzo al trono li pasturerà e li guiderà alle sorgenti delle acque della vita; e Iddio asciugherà ogni lacrima dagli occhi loro» (Apocalisse 7:16,17).

Ecco, dunque, il Paese meraviglioso del quale ho cercato di darti una pallida idea.


Non ti piacerebbe andare in un Luogo tanto desiderabile?
Ne conosci forse uno migliore? Perché non cominci a prepararti per il grande viaggio che dovrai fare?

Non è difficile: devi solo aprire il tuo cuore a Gesù, Padrone e Signore assoluto di quel Regno: devi solo permetterGli di salvarti.

Quando sarai salvato sentirai per il Cielo lo stesso amore ardente, lo stesso desiderio che sentiva l’apostolo Paolo, lo stesso desiderio che sento io.

Terminato il terreno pellegrinaggio, se saremo preparati ed avremo la necessaria veste nuziale, entreremo per le beate e preziose porte di quella meravigliosa città, ed in essa abiteremo felici in eterno.